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E’ ritornato tra le braccia del Padre

Don Francesco Oddenino

nato a Piobesi Torinese il 6.8.1933 morto a Torino il 23.11.2019

Sacerdote dal 1957 “Fidei Donum” e Missionario per 30 anni

Ne danno l’annuncio i fratelli Liliana e Agostino, cognate, nipoti e parenti tutti.

La Camera Ardente presso la Casa del Clero San Pio X corso B. Croce 20, Torino.

I S. Rosari saranno recitati lunedì 25 novembre

nella Casa del Clero San Pio X alle ore 16,00

nella Chiesa Parrocchiale di Piobesi Torinese alle ore 20,30.

I Funerali saranno celebrati martedì 26 novembre alle ore 9,00 nella Parrocchia San Giovanni Maria Vianney, Torino.

Dopo la funzione religiosa si proseguirà per il Cimitero di Piobesi Torinese.

Torino, 23 novembre 2019

Parrocchia San Giovanni Maria Vianney - Corso Benedetto Croce 24, Torino

26.11.2019 - Ore 9,00

Casa del Clero San Pio X - Corso Benedetto Croce 20, Torino

domenica 24 novembre 9,00 - 18,00 lunedì 25 novembre 9,00 - 18,00 martedì 26 novembre sino alle ore 8,30

Parrocchia Natività - Via San Giovanni Bosco 1, Piobesi Torinese

25.11.2019 - Ore 20,30

Cimitero di Piobesi Torinese - Corso Italia 18, Piobesi Torinese

Parrocchia Natività - Via San Giovanni Bosco 1, Piobesi Torinese

22.12.2019 - Ore 11,00

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CONDOGLIANZE

Ciao Francisco, caro padre Francisco ,con questo nome ti abbiamo conosciuto e così ti ricorderemo, quanti bei ricordi del poco tempo passato insieme, grazie per tutte le cose che hai seminato in Guatemala e nei nostri cuori.
Un abbraccio forte ai tuoi cari a te più vicino perché ogni tuo “prossimo” ti era caro.
Muchas grasias padre

Caro Francisco, come ti piaceva farti chiamare, ci hai donato il tuo fare semplice, le tue convinzioni a volte un po’ fuori degli schemi, una coerenza e fede da invidiare. Nostra figlia porta il tuo nome. Continueremo a volerti bene. Tu di lassù di sicuro ci sorridi magari con una bella battuta… sussurrata. Ai tuoi fratelli nipoti e cugini tutti la nostra vicinanza. Un tuo cugino.

Nell’ottobre del 1993 da Pajapita in Guatemala don Francesco ci scriveva : “. . non serve lamentarsi con le pareti; le cose qui vanno brutalmente male (ricordo che erano passati pochi anni dalla sanguinosissima repressione ad opera dei militari n.d.s.) e – senza esagerare – siamo all’orlo del caos. Però, come un sordo un giorno potrà udire, ci aggrappiamo alla speranza lottando contro l’ignoranza e cercando di resistere con altri pochi preti svitati come me disposti rinunciare ad applausi e ordinarie consolazioni”.
Un altro commovente ricordo (penso del 1968) del nostro intenso legame, mi vede con l’intera famiglia radunata da mia mamma in piedi attorno al tavolo della cucina (c’era solo una panca che nostro padre aveva fatto col ciliegio del campo) a cantare per te il Nabucco di Giuseppe Verdi davanti ad uno scricchiolante registratore a bobine separate che ti saranno poi arrivate in Argentina nelle ventosa Comodoro Rivadavia.
Certo voi preti “fidei donum” nel 1967 coraggio ne avevate dovuto avere tanto a stare un mese in nave per andare incontro a mondi per allora sconosciuti; ricordo che proprio in quegli anni l’Argentina era funestata da 30.000 desaparecido che mai più fecero ritorno alle loro famiglie. Più tardi nel 1989, quando con Oriana, Marisa e Sergio ti siamo venuti a trovare in Guatemala, abbiamo capito qualcosa in più dell’America latina e quanto tu fossi un vero riferimento per tante persone.
Grazie ancora carissimo don Francesco: con quel denso scambio epistolare hai aiutato a traghettare le mie turbolenze dell’adolescenza verso una vita migliore.
Ciao.
Paolo Cristaudo, nipote.

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